“Pasolini” recensione del film a cura di Sveva Bersezio e Damir D’amico di 5E

PASOLINI

“Scandalizzare è un diritto, essere scandalizzati è un piacere”

E’ uscito nelle sale “Pasolini” un film di Abel Ferrara che vede Willem Dafoe ( Platoon, L’ultima tentazione di Cristo) nei panni dello scrittore e regista italiano mostrato nei suoi ultimi giorni di vita nel Novembre 1975.
Il film, dal quale titolo ce lo si aspetterebbe, non si concentra sui pensieri d’avanguardia e rivoluzionari di Pier Paolo Pasolini, sulle sue opere e i suoi girati (a questi aspetti vengono dedicate concise scene simboliche volte a riassumere) ma sembra focalizzarsi sugli aspetti della sua vita privata che tanto hanno fatto scalpore nell’epoca a lui contemporanea: l’omosessualità e la predilezione per i ragazzi giovani.
La pellicola (durata di circa 1h e 20 min) risulta così riduttiva: povera per chi già conosce Pasolini, poco chiara e non esplicativa per chi non lo conosce.
Il doppiaggio, non ottimale, non regge l’espressività e il carisma dei personaggi soprattutto quello del protagonista che risulta monotono.
Sono presenti alcuni “svarioni” storici: inquadrature dove si vedono palesemente automobili e treni contemporanei.

In conclusione, se gli ultimi dettagli potevano essere in qualche modo ignorati o perdonati, la percezione di pornografo vagamente pedofilo che si ha di Pasolini in questo film no.

Sveva Bersezio e Damir D’amico

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