TATSUMI di Eric Khoo

Recensione di Federica Pecere 4^As

Produzione: Singapore 2011

Genere: Animazione

Se vi aspettate il solito anime giapponese alla Dragon Ball o  Naruto, siete decisamente fuori strada.

TATSUMI è un insieme di ricordi d’infanzia, tragicomicità ed estrema lussuria che circondano, appunto, il mangaka Yoshirhiro Tatsumi ed i personaggi delle sue storie.

Culmine del film: l’incontro di un giovane Yoshihiro con  Osamu Tezuka, autore di Astro Boy e creatore dei famosi “occhi da manga”, marchio di fabbrica del fumetto giapponese.

La pellicola, presentata alla 29° edizione del Torino Film Festival, è un omaggio al coniatore del termine gekiga (immagine drammatica) e che da il via a quello che possiamo considerare il manga per adulti, vista la maturità dei contenuti.

Con la resa narrativa molto simile al film d’animazione dell’iraniana Satrapie (la biografia dell’autore a colori e le storie animate in bianco e nero), la storia passa da momenti di euforia all’estremo pessimismo divertente, un po’ tipico della cultura orientale. Con i frammenti di vita del disegnatore , il regista Eric Khoo (Be With Me, My Magic) da vita ai personaggi delle sue tavole. In questo modo Khoo dimostra come episodi della vita di Tatsumi abbiano influenzato il suo stile grafico e soprattutto come i suoi personaggi lo rispecchino tanto.

Ciliegina sulla torta, lo stesso Yoshihiro Tatsumi come voce narrante per l’intera durata del film (98 min.).

Struggente ed appassionante, questo film è la proposta di Singapore per il premio miglior film straniero agli Oscar 2012.

Con la speranza di un’uscita nelle sala italiane, consiglio vivamente la visione questo film.

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