L’Autoritratto di Leonardo da Vinci tra dubbi e certezze

di Luca Berardino 3^D
del Primo Liceo Artistico Statale di Torino

L’Autoritratto di Leonardo da Vinci un disegno a sanguigna su carta è stato recentemente spostato dalla Biblioteca Reale alla Reggia Sabauda di Venaria, pezzo più importante di una grande mostra, Leonardo, il genio, il mito,  inaugurata il 17 novembre 2011 e terminata con una proroga il 19 febbraio 2012 . L’esposizione ha riscosso un notevole successo con 162.000  biglietti venduti.
L’opera mostra il volto di un uomo anziano, con lunghi capelli e lunga barba, calvo alla sommità della testa; lo sguardo accigliato è rivolto a destra, con un’espressione seria e leggermente imbronciata; le rughe sono ben evidenti, con solchi lungo la fronte  attorno agli occhi e ai lati della bocca lungo le guance; dettagli sono molto curati, sebbene una parte risulti non finita per dare l’effetto del cranio liscio e calvo, l’artista ricorse a pochissime linee, lasciando il foglio in alto quasi intatto.
La direzione generale dei Beni Culturali del Piemonte e il Comitato organizzatore Italia 150 hanno disposto per garantire al fragile disegno un trasporto e un’esposizione priva di rischi in una teca-cornice realizzate dal Politecnico di Torino. Il contenitore è stato dotato  di cristalli antisfondamento e antiriflesso e di un sensore che riduce l’umidità all’interno della teca.
La datazione dell’opera finora accettata è il 1512. L’Autoritratto è stato realizzato negli ultimi anni di vita di Leonardo, poco prima della sua partenza in Francia presso la corte di Francesco I. Ora tale data è contestata da alcuni che vorrebbero spostarla ad anni successivi, dopo il 1515 o addirittura il 1517, in modo che sia più coerente con l’idea che si tratti dell’ultima opera dell’artista, dove ha rappresentato se stesso com’era nei suoi ultimi anni di vita.
Abbiamo poche notizie storiche sul disegno : dopo la morte di Leonardo i manoscritti e il corpus dei suoi disegni e appunti  vennero lasciati in eredità al fedele collaboratore Francesco Melzi, che li custodì nella sua villa a Vaprio d’Adda, presso Bergamo. Successivamente gli eredi del Melzi sparpagliarono la collezione vinciana.
L’Autoritratto ricomparve  solo nel 1810 a Milano, quando venne copiato e riprodotto da Giuseppe Bossi in un’incisione del volume Del Cenacolo di Leonardo da Vinci, per poi scomparire nuovamente fino al 1840, quando un collezionista che lo aveva comperato, forse in Inghilterra o in Francia, lo vendette a Carlo Alberto di Savoia  insieme  a disegni di altri grandi artisti. Dalle collezioni Savoia confluì poi alla Biblioteca Reale di Torino.
Su L’Autoritratto di Leonardo sono presenti ancora molti dubbi sia nel campo scientifico sia storico. Nel 1954 nel libro scritto da un critico inglese, Robert Payne intitolato Leonardo, si formula l’ipotesi che possa trattarsi di un ritratto del padre di Leonardo, il notaio Ser Piero da Vinci. Uno studioso tedesco ne ha addirittura messo in dubbio l’autenticità, attribuendolo a un pittore ottocentesco, Giuseppe Bossi perché secondo il critico dipingeva in uno  stile molto simile a quello di Leonardo.
Nel 2009 Tra i numerosi studi effettuati sull’opera per accertarne l’autenticità , si scoprì un ritratto  in una pagina del codice Trattato degli uccelli nel versetto10 in cui si nota affiorare un volto dietro la scrittura che sembra essere quello di Leonardo in giovane età. L’artefice di questa scoperta è Piero Angela insieme alla sua equipe di esperti.

Recentissimamente Daniela Fogar, su un sito web al link http://www.luoghimisteriosi.it/toscana/sfiora.html
ha evidenziato una grande somiglianza con un’ affresco riscoperto. Il dipinto era coperto e danneggiato da una trave, l’opera collocata nella chiesa della Madonna delle nevi a Santa Fiora(Gr) rappresenta San Girolamo molto somigliante a L’Autoritratto Torino. Inoltre, il dipinto non pare realizzato dalla stessa mano degli altri affreschi sui muri della chiesa. La questione stabilire  sta nello quale relazione ci sia tra quella chiesetta toscana e Leonardo da Vinci.

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