“Visita alla Venaria Reale: Lorenzo Lotto e Mattia Preti, il cavaliere calabrese”

di Damir D’Amico

Venerdì 24 maggio 2013, con i docenti Basso, Testa e Colombo, alcune classi tra cui la 3^E si sono recate a visitare la Reggia di Venaria Reale, in occasione delle mostre su Lorenzo Lotto e Mattia Preti.
Due artisti diversi, sia cronologicamente che artisticamente: uno, Lotto, pittore attivo in provincia, in un periodo fiorente per l’Arte Italiana (il Rinascimento), che aveva i suoi punti cardine in Roma e Firenze; l’altro, Mattia Preti, il “cavaliere calabrese”, che incarnò al meglio l’idea del chiaro-scuro caravaggesco.
A seguire abbiamo visitato, oltre alla sfarzosa reggia anche una mostra su Roberto Capucci e i suoi abiti in cui si uniscono stravaganti accostamenti cromatici.

Ripensando a ciò che abbiamo visto, ai colori freddi e caldi di Lotto, riaffiorano immagini molto emotive, ad esempio la “Vergine Annunciata”, tema varie volte proposto dall’artista, in cui la fa da padrona l’inquietudine e lo stupore presenti sul viso della giovane, appena visitata da un angelo materiale e scultoreo.

Nei lavori del pittore veneto meritano di essere contemplati, per la cura minuziosa, i drappeggi delle vesti, caratterizzati da un alternanza di rosso e di blu.
Un esempio è quello delle “Nozze mistiche di Santa Caterina”(1523), una raffinata composizione in cui si notano simboli: la palma, simbolo del martirio della santa; e stranezze come la “sinistra” posizione del donatore ritratto alle spalle della Madonna, il quale non si capisce se esso sia un nano o inginocchiato.
Grazie al taglio presente sul cappello del donatore (committente) si può dedurre che il grigio sfondo (atipico per i pittori naturalisti e sempre attenti al paesaggio) venne aggiunto in un secondo momento a sostituire un paesaggio che avrebbe dovuto contribuire ad illuminare la scena.

Ma oltre a questo, l’opera di Lorenzo Lotto è da ricordare soprattutto per la miriade di temi trattati, tra cui quello del ritratto di cui mi viene in mente subito il “Ritratto d’uomo con guanti”, un volto che racchiude tutta la presenza del tempo che incombe, che segna il volto dell’anziano.

Ma parliamo ora di Mattia Preti, cavaliere dell’ordine di Malta, isola in cui visse cinquant’anni.
Da quell’isola passò anche Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1573-1610), che ebbe un’enorme influenza sulla pittura del calabrese, citato appunto tra i caravaggeschi insieme a Luca Giordano (di cui la mostra ospita qualche tela).
La differenza stilistica tra Caravaggio e Preti è molto sottile, ma la vita dei due fu una l’opposto dell’altra: Caravaggio, fuggiasco e perseguitato dalla sorte nonostante il suo enorme potenziale e Mattia Preti, onorevole cavaliere che nella vita ricevette fama e fortuna.
Ad aprire la mostra, un video introduttivo di Vittorio Sgarbi e una tela magnifica poche volte spostata per altre occasioni: ”Riposo durante la fuga in Egitto”(1595-96) di Caravaggio, una tela memorabile: l’angelo insolitamente di spalle che suona il violino per una Vergine dai capelli rossi che racchiude il figlio in un tenero abbraccio.
Accedendo alle altre sale si può vedere di che pasta era fatto Preti, con le sue imponenti tele a raccontare scene di vita quotidiana nelle locande (svariate somiglianze con la “vocazione di S.Matteo” di Caravaggio) o storie bibliche e di santi martiri, tutte figure che emergono dalle tenebre (lo sfondo scuro).
Tra le opere che già mi erano note c’era “Salomone offre incenso agli Dèi pagani” del 1675 (un episodio di idolatrìa da parte del re israelita) e “Giuditta e Oloferne” del 1656, in cui l’eroina si vede già vittoriosa, dopo aver decapitato il suo rivale nel sonno, il corpo senza testa in primo piano genera orrore e meraviglia al tempo stesso, per la luce (non solare ma divina) che tocca la nuda schiena dell’uomo e il viso della giovane.
Crude e reali sono le tele come il “Martirio di San Bartolomeo”; ”la Crocifissione di San Pietro” (come quella caravaggesca a Santa Maria del Popolo di Roma); “Cristo scaccia il Demonio”; ”Le figlie di Lot rendono il padre ebbro”, con lo sfondo raffigurante la distruzione di Sodoma e Gomorra, ecc…

Ritengo siano state due importanti mostre che celebravano la vita di due altrettanto importanti artisti che hanno saputo dare, ognuno nella sua epoca,  dimostrazione di maestria e grandiosità dei colori.

 

Foto :

 Mostra Lotto e Preti – Giovanni Perotto 3^E

Mostra Lotto e Preti – Alice Doyle 3^E

– Mostra Lotto e Preti – Fabiana Bertolino 3^E

Video introduttivo di Vittorio Sgarbi :

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