THE BUTLER – UN MAGGIORDOMO ALLA CASA BIANCA

recensione di Gabriele Artusio, 4E

TITOLO ORIGINALE USA: The Butler                                                                                REGISTA: Lee Daniels                                                                                                    PRODUTTORE: Lee Daniels, Buddy Patrick, Laura Ziskin, Cassian Elwes

CASA DI PRODUZIONE: Salloway Rubenstein production, Windy Hill pictures                                                                                                                                                                                                                SCENEGGIATURA: Lee Daniels, Danny Strong                                                                           COLONNA SONORA:  Rodrigo Leao                                                                                            COSTUMI: Ruth.E Carter                                                                                                            DURATA: 132 minuti                                                                                                                     CAST: Forest Whitaker, John Cusack, Robin Williams, Alan Rickman, Oprah Winfrey,Minka Kelly, Jane Fonda

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Dopo il travolgente successo di “the Help” nel 2011, “the Butler, un maggiordomo alla Casa Bianca” segna quello che possiamo considerare un secondo capitolo di un nuovo filone cinematografico incentrato sulla questione razziale negli Stati Uniti. Alla regia troviamo Lee Daniels, produttore di “Precious”(2009) ed alla produzione Danny Strong, che da attore si è lanciato nel mondo del cinema come produttore e sceneggiatore.

TRAMA

La storia prende in considerazione un lungo arco dei tempo, dal lontano 1926 al 2008, in questi 82 anni Cecil Gaines (Forest Whitaker) nato schiavo nelle piantagioni di cotone della Georgia, diventa “negro di casa“, poi cameriere ed infine, notato da alcuni politici a Washington D.C, riceve il più prestigioso degli incarichi: maggiordomo alla Casa Bianca. Siamo nel 1957 quando Cecil inizia la sua carriera sotto Dwight Eisehnower (Robin Williams), e Cecil diventa testimone oculare di tutto quanto accade nella Casa più famosa e chiacchierata del mondo, dalle decisioni legislative ai 152 paia di scarpe di Jacqueline Bouvier (Mrs.Kennedy, Minka Kelly), ma la sua carriera avrà serie ripercussioni sulla famiglia ed alla fine sarà costretto a fare una scelta…

UN AFFRESCO STORICO

Film storico e biografico, “The Butler”, ripercorre quasi interamente l’ultimo secolo di storia dell’America, dando una versione della storia a stelle e strisce abbbastanza coerente, ma con alcune imprecisioni. Per iniziare, occorre confrontare il film con altre pellicole “colleghe” come il già citato “The Help”, il recente (e pesante) “Lincoln” e cercare di discostarlo dal mediocre “il Sapore della vittoria” (2000), prodotto Disney dove la questione razziale era più imposta che proposta…

E’ un film decisamente diverso da “the Help” per molti aspetti, l’ironia, che contraddistingueva la pellicola di Kathryn Stockett, è rimpiazzata da un amaro e crudo realismo (a cominciare dalla primissima scena dove il piccolo Cecil – Michael Rainey – vede il proprietario della piantagione violentare la madre ed uccidere a sangue freddo il padre), non di rado molte scene mettono fortemente a disagio ed alle volte la farsa si inserisce nella tragedia (una scena che gli appassionati dei film di Thomas Millian e Bombolo troveranno alquanto famigliare).

La sceneggiatura e la scenografia in compenso, sono eccezionali: dalla piantagione della Georgia, alla scoppiettante Washington D.C tra gli anni ’50 e ’80 alle strade del Tennesse, insanguinate dalle proteste e manifestazioni (agghiacciante – in senso buono – la scena dell’attacco del Ku Klux Clan). La produzione crea un’immagine dell’America a due facce: una che tenta di presentarsi come la più grande salvezza del mondo, come un nuovo Messia; l’altra attanagliata da proteste, crisi e disuguaglianze sociali. 132 minuti sono perfetti per rendere il film godibile anche per chi di solito non ama il genere, senza renderlo un filmuccio della domenica pomeriggio, nè un polpettone storico adatto solo a stomaci di ferro (che era il grande difetto di Lincoln).

ATTORI

Il cast è in generale molto buono, a cominciare dei due protagonisti assoluti Cecil (Whitaker) e sua moglie Gloria (Oprha Winfrey), che ci mostrano la vita di una famiglia di colore nel periodo 50-80 tra i loro alti e bassi (e strappando anche qualche sorriso, con il loro vestito da discoteca); non male i figli Charlie (Elijah Kelly) e Louis (Daniel Oyelowo), così così la ragazza di Louis (scusate non me la ricordo, ma ha lo stesso atteggiamento di Mila Kunis). Gli attori dei vari presidenti e delle first Ladies, sono invece quelli  che hanno avuto le maggiori critiche, in bene e in male: partiamo quindi con la classifica dei presidenti:

1° RONALD REAGAN:

Penultimo ad apparire (c’è un breve cameo di Obama), al 40° presidente degli Stati Uniti, presta il volto Alan Rickman (lo storico Severus Piton degli otto Harry Potter). A parte la somiglianza straordinaria, Rickman riporta in vita anche il carattere del presidente in maniera impeccabile: la ciliegina sulla torta è Nancy Reagan (Jane Fonda), anche lei quasi identica nel fisico e nel carattere.

2° DWIGHT EISEHNOWER:

Il primissimo presidente incontrato, interpretato da Robin Williams (il prof. Keating, in “L’attimo fuggente”) dà anch’esso una buona versione del presidente in bilico tra l’accettare il cambiamento o rifiutarlo; non è il migliore Robin Williams ma va bene, buona anche la first Lady

3° JOHN FITZGERALD KENNEDY.

Qui incominciano i problemi, Marsden è molto, anzi molto discreto nell’interpretare JFK, già era difficile trovare qualcuno di straordinaria somiglianza come Rickman e Reagan, ma Marsden è fin troppo giovane, non riesce a rendere la personalità del presidente leggenda, Minka Kelly, alias Jackie Kennedy, se ls cava un pochino meglio…

4° LYNDON JOHNSON

Nel tentativo di creare un contrappeso a Kennedy/Marsden, Liev Schreiber/ L.Johnson risulta addirittura antipatico; cani ovunque, persino in bagno…

5° RICHARD NIXON

E’ il punto più basso dell’intero film: Cusack (gli amanti del catastrofico lo ricorderanno come il protagonista di “2012” di R.Emmerich, 2009) non è neanche lontanamente simile fisicamente, ne tantomeno nella personalità, il suo atteggiamento annoiato non fa che gettare discredito e peggiorare la reputazione di Richie, evidentemente non bastava il Watergate…

Per finire Ford, Carter, i due Bush e Clinton, non hanno volto; fanno una breve comparsa Obama e sua moglie (una delle ultime scene è un party elettorale organizzato da Cecil e Gloria, altro che quelle robe nostrane…)

Breve cameo di Maria Carey

In breve: buona storia, buoni i personaggi a parte quei tre… sceneggiatura ok, discreta colonna sonora. E’ una buona occasione per conoscere un problema di cui tanto si discute, ma che ci sembra lontano anni luce. Da vedere.

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