Vivian Maier – in her own hands a cura della Prof. Bruni

una fotografa scoperta accidentalmente da John Maloof, quando, nel 2007, acquistò a un’asta una quantità considerevole di negativi per una sua ricerca sulla città di Chicago e, sviluppandoli, si accorse del talento di questa misteriosa donna. Non fu facile per lui capire chi fosse Vivian Maier e perché non avesse mai sviluppato tutti quei negativi, ma decise di condividere questa storia…

La mostra si snoda in diverse sale, seguendo un ordine cronologico e stilistico. Si parte dalle prime fotografie ambientate negli anni 50 a Chicago e New York, uno straordinario esempio di fotografia di strada che mette in evidenza il lato umano della città. L’attenzione verso soggetti umili o semplicemente inusuali evidenzia la sensibilità dell’artista e spesso anche la sua vena ironica.
Nella seconda parte della mostra troviamo invece una serie di fotografie cronologicamente successive, focalizzate più sull’autoritratto, giocato molto sui riflessi di specchi e vetri, che conservano però la volontà di ricercare il reale.
Ho trovato la mostra veramente interessante, specialmente per le scelte stilistiche dell’artista che permettono di comprendere una città e percepirne la situazione solo attraverso degli scatti, che a prima vista potrebbero sembrare senza importanza, ma che permettono di comprendere davvero quello che l’artista ha voluto esprimere. 

Valentina Danelon V F

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