Progetto LAP Passoni “Maledetta sia la guerra, maledetto chi la pensó e maledetto chi pel primo la gridó” a cura della Prof. Gabri

Progetto Grande Guerra 1915 / 2015

Maledetta sia la guerra / maledetto chi la pensò / maledetto chi pel primo la gridò

Gruppo di studio sulla diserzione e sulla disobbedienza nell’esercito italiano durante la Grande Guerra (C. Cimino, P.Rampini, C. Russo Alesi, M. Mancin, P. Penna, L. Gobbi, P. Giorgis, R. Testa, S. Venturini, coordinazione: Vilma Gabri)

In occasione del Centenario dell’ingresso dell’Italia nel conflitto può essere interessante far uscire dai libri di storia una guerra dimenticata e rendere materia viva di riflessione questa forzata e drammatica “Unità d’Italia”. Si tratta poi solo dell’epoca dei nostri nonni o bisnonni…
Si propone perciò un approfondimento trasversale che riguardi non solo la Storia, la letteratura, il cinema, le canzoni, l’arte figurativa, la scrittura del genere epistolario… ma anche la matematica (la prima guerra “di massa” implica una grande importanza dei numeri), la geografia dei territori coinvolti e distrutti, le scienze (si tratta della prima guerra “tecnologica”) e, ovviamente, le lingue straniere.
Le classi, dalla prima alla quarta, avranno a disposizione il materiale e la consulenza del gruppo di studio dei docenti e le quinte che aderiranno saranno invitate a progettare e presentare alla cittadinanza una mostra che recuperi la memoria dei soldati giustiziati dai loro stessi generali (solo in Italia sono stati 750 i fucilati alla schiena dopo “regolare processo”, altre centinaia sono state decimate o fucilate sommariamente) perché disertori, ammutinati, traditori, disobbedienti (o anche solo impauriti o non in grado di comprendere gli ordini nella lingua italiana…). Non risulta, a tutt’oggi, che sia stato avviato in Italia un processo di riabilitazione di queste vittime, su cui si è operata anche una “damnatio memoriae”: nessuna di loro compare negli elenchi dei “caduti per la Patria”.

Materiali e iniziative a disposizione di studenti e insegnanti

a. La scrittura (a cura di Vilma Gabri)
1. Letteratura:
• Niente di nuovo sul fronte occidentale, E.M.Remarque
• Un anno sugli altipiani, E. Lussu
• Manifesto futurista, F.T. Marinetti (1909)
• Poesie di Ungaretti e Jahier
• War Poets, The Artists’ Rifles (Paola Giorgis e Dipartimento di Lingue)
2. Saggistica
• Bruna Bianchi, La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano 1915-1918. Bulzoni, Roma 2001
(estratto pp. 1-28 scaricabile dal web. Bruna Bianchi-Fondazione Basso)
• E. Forcella- A. Monticone, Plotone d’esecuzione, Laterza
• Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918, Bollati-Boringhieri
• J. Hillman, Un terribile amore per la guerra, Adelphi
• E. Camanni, Il fuoco e il gelo, Laterza
• L. Canfora, 1914, Sellerio
• N. Stone, La prima guerra mondiale, Feltrinelli
• A. Horne, Il prezzo della gloria (Verdun 1916), BUR
• V. Rabito, Terra matta, Einaudi
• G. De Luna, Il corpo del nemico ucciso, Einaudi
• M. Rigoni Stern (a cura di) La guerra degli altipiani, Neri Pozza

b. Il cinema ( a cura di Caterina Cimino, Patrizia Rampini e Clara Russo Alesi)
• Orizzonti di gloria, S. Kubrick
• Uomini contro, F. Rosi
• Per il re e per la patria, J. Losey
• Joyeux Noël, C. Carron
• Una lunga domenica di passione, J.P. Jeunet
• Niente di nuovo sul fronte occidentale, (1979) D.Mann
• La Grande Guerra M. Monicelli
• Charlot soldato (USA 1918), C. Chaplin
• La vita e nient’altro, B. Tavernier
• La sciantosa (con Anna Magnani), Giannetti
• DVD RAI con documentari e interviste (Piero Penna)

I titoli sono in parte presenti in Istituto (sala docenti v. della Cittadella) e in parte saranno segnalati e organizzati nella programmazione mattutina del cinema Massimo. Saranno inoltre fornite schede relative ad almeno tre pellicole e una lezione di cinema

c. Incontri e visite d’istruzione (Piero Penna, Vilma Gabri)

• Lezione sulle cause della guerra a cura del Centro Labriola
• Incontro con E. Camanni, giornalista-alpinista autore di Il fuoco e il gelo
• Incontro sull’obiezione di coscienza a cura del Centro D. Sereno Regis
• Visita d’istruzione alle trincee del Trentino

d. Blog “Diari di guerra” a cura di Roberta Testa

e. Teatro: replica nel mese di marzo, dello spettacolo Fusillé pour l’exemple. A cura di Vilma Gabri

f. PRODUZIONE ARTISTICA

f.1 Mostra classi quinte (a cura di S. Venturini, Massimo Mancin)

(V A, aperto ai CdC delle quinte che intendono aderire e seguire il lavoro)
progettazione di un monumento commemorativo dei soldati italiani uccisi dai loro stessi comandanti . I progetti saranno esposti in luogo pubblico da stabilirsi (preferibilmente la piazza del Comune), il giorno di sabato 23 maggio 2015

f. 2 Musica (a cura di Leonzio Gobbi) : canzoni pacifiste e antimilitariste della Grande Guerra. Il coro le eseguirà il giorno 23 maggio in concomitanza con la mostra

f. 3 Teatro (a cura di Vilma Gabri e Viartisti Teatro)
Performance sulla guerra da attuare in concomitanza con la mostra e i canti del coro
(1 classe del biennio può partecipare al laboratorio mattutino, di 10 ore, di preparazione all’evento)

2015 / 2016 Realizzazione del monumento di cui al punto f.1 (realizzazione subordinata all’ottenimento di finanziamenti, all’individuazione dello spazio pubblico idoneo e dei docenti che intendono seguire il progetto)

Si auspica che ogni Consiglio di Classe, nelle modalità che preferisce, aderisca all’iniziativa utilizzando il materiale e le competenze a disposizione(anche solo proiettando ai ragazzi un film), così che, il giorno 23 maggio 2015, siano presenti molti allievi all’inaugurazione della mostra e alle performances ad essa collegate.
Parte del materiale, sia filmico che cartaceo sarà raccolto dai docenti del gruppo di studio e sarà a disposizione nella sala docenti di via Cittadella.

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Progetto LAP Passoni “Maledetta sia la guerra, maledetto chi la pensó e maledetto chi pel primo la gridó” a cura della Prof. Gabri

Progetto Grande Guerra 1915 / 2015

Maledetta sia la guerra / maledetto chi la pensò / maledetto chi pel primo la gridò

Gruppo di studio sulla diserzione e sulla disobbedienza nell’esercito italiano durante la Grande Guerra (C. Cimino, P.Rampini, C. Russo Alesi, M. Mancin, P. Penna, L. Gobbi, P. Giorgis, R. Testa, S. Venturini, coordinazione: Vilma Gabri)

In occasione del Centenario dell’ingresso dell’Italia nel conflitto può essere interessante far uscire dai libri di storia una guerra dimenticata e rendere materia viva di riflessione questa forzata e drammatica “Unità d’Italia”. Si tratta poi solo dell’epoca dei nostri nonni o bisnonni…
Si propone perciò un approfondimento trasversale che riguardi non solo la Storia, la letteratura, il cinema, le canzoni, l’arte figurativa, la scrittura del genere epistolario… ma anche la matematica (la prima guerra “di massa” implica una grande importanza dei numeri), la geografia dei territori coinvolti e distrutti, le scienze (si tratta della prima guerra “tecnologica”) e, ovviamente, le lingue straniere.
Le classi, dalla prima alla quarta, avranno a disposizione il materiale e la consulenza del gruppo di studio dei docenti e le quinte che aderiranno saranno invitate a progettare e presentare alla cittadinanza una mostra che recuperi la memoria dei soldati giustiziati dai loro stessi generali (solo in Italia sono stati 750 i fucilati alla schiena dopo “regolare processo”, altre centinaia sono state decimate o fucilate sommariamente) perché disertori, ammutinati, traditori, disobbedienti (o anche solo impauriti o non in grado di comprendere gli ordini nella lingua italiana…). Non risulta, a tutt’oggi, che sia stato avviato in Italia un processo di riabilitazione di queste vittime, su cui si è operata anche una “damnatio memoriae”: nessuna di loro compare negli elenchi dei “caduti per la Patria”.

Materiali e iniziative a disposizione di studenti e insegnanti

a. La scrittura (a cura di Vilma Gabri)
1. Letteratura:
• Niente di nuovo sul fronte occidentale, E.M.Remarque
• Un anno sugli altipiani, E. Lussu
• Manifesto futurista, F.T. Marinetti (1909)
• Poesie di Ungaretti e Jahier
• War Poets, The Artists’ Rifles (Paola Giorgis e Dipartimento di Lingue)
2. Saggistica
• Bruna Bianchi, La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano 1915-1918. Bulzoni, Roma 2001
(estratto pp. 1-28 scaricabile dal web. Bruna Bianchi-Fondazione Basso)
• E. Forcella- A. Monticone, Plotone d’esecuzione, Laterza
• Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918, Bollati-Boringhieri
• J. Hillman, Un terribile amore per la guerra, Adelphi
• E. Camanni, Il fuoco e il gelo, Laterza
• L. Canfora, 1914, Sellerio
• N. Stone, La prima guerra mondiale, Feltrinelli
• A. Horne, Il prezzo della gloria (Verdun 1916), BUR
• V. Rabito, Terra matta, Einaudi
• G. De Luna, Il corpo del nemico ucciso, Einaudi
• M. Rigoni Stern (a cura di) La guerra degli altipiani, Neri Pozza

b. Il cinema ( a cura di Caterina Cimino, Patrizia Rampini e Clara Russo Alesi)
• Orizzonti di gloria, S. Kubrick
• Uomini contro, F. Rosi
• Per il re e per la patria, J. Losey
• Joyeux Noël, C. Carron
• Una lunga domenica di passione, J.P. Jeunet
• Niente di nuovo sul fronte occidentale, (1979) D.Mann
• La Grande Guerra M. Monicelli
• Charlot soldato (USA 1918), C. Chaplin
• La vita e nient’altro, B. Tavernier
• La sciantosa (con Anna Magnani), Giannetti
• DVD RAI con documentari e interviste (Piero Penna)

I titoli sono in parte presenti in Istituto (sala docenti v. della Cittadella) e in parte saranno segnalati e organizzati nella programmazione mattutina del cinema Massimo. Saranno inoltre fornite schede relative ad almeno tre pellicole e una lezione di cinema

c. Incontri e visite d’istruzione (Piero Penna, Vilma Gabri)

• Lezione sulle cause della guerra a cura del Centro Labriola
• Incontro con E. Camanni, giornalista-alpinista autore di Il fuoco e il gelo
• Incontro sull’obiezione di coscienza a cura del Centro D. Sereno Regis
• Visita d’istruzione alle trincee del Trentino

d. Blog “Diari di guerra” a cura di Roberta Testa

e. Teatro: replica nel mese di marzo, dello spettacolo Fusillé pour l’exemple. A cura di Vilma Gabri

f. PRODUZIONE ARTISTICA

f.1 Mostra classi quinte (a cura di S. Venturini, Massimo Mancin)

(V A, aperto ai CdC delle quinte che intendono aderire e seguire il lavoro)
progettazione di un monumento commemorativo dei soldati italiani uccisi dai loro stessi comandanti . I progetti saranno esposti in luogo pubblico da stabilirsi (preferibilmente la piazza del Comune), il giorno di sabato 23 maggio 2015

f. 2 Musica (a cura di Leonzio Gobbi) : canzoni pacifiste e antimilitariste della Grande Guerra. Il coro le eseguirà il giorno 23 maggio in concomitanza con la mostra

f. 3 Teatro (a cura di Vilma Gabri e Viartisti Teatro)
Performance sulla guerra da attuare in concomitanza con la mostra e i canti del coro
(1 classe del biennio può partecipare al laboratorio mattutino, di 10 ore, di preparazione all’evento)

2015 / 2016 Realizzazione del monumento di cui al punto f.1 (realizzazione subordinata all’ottenimento di finanziamenti, all’individuazione dello spazio pubblico idoneo e dei docenti che intendono seguire il progetto)

Si auspica che ogni Consiglio di Classe, nelle modalità che preferisce, aderisca all’iniziativa utilizzando il materiale e le competenze a disposizione(anche solo proiettando ai ragazzi un film), così che, il giorno 23 maggio 2015, siano presenti molti allievi all’inaugurazione della mostra e alle performances ad essa collegate.
Parte del materiale, sia filmico che cartaceo sarà raccolto dai docenti del gruppo di studio e sarà a disposizione nella sala docenti di via Cittadella.

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Progetto LAP Passoni “la musica è rimasta” e modulo iscrizione

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Progetto LAP Passoni “la musica è rimasta” e modulo iscrizione

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Progetto LAP Passoni per Laboratorio di percussioni

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Progetto LAP Passoni Corso di pianoforte

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Progetto LAP Passoni di pratica corale e costituzione del coro dell’Istituto

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Progetto LAP PASSONI”La musica è rimasta”

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Genova andata e ritorno a cura della Prof. Testa

Frida Kahlo e una istallazione contro la violenza di genere a Palazzo Ducale. ATTENZIONE: ogni primo Lunedì del mese COSTA SOLO 2 €!
Robert Capa presso la Loggia degli Abati.

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Il Preside ci ha augurato buon anno scolastico attraverso alcuni pensieri di Russell, ecco alcune riflessioni dalla 3^ H. a cura della Prof. Vilma Bicego

A cura della prof.ssa Bicego

“Fra insegnante e alunno dovrebbe stabilirsi un rapporto amichevole in luogo di uno ostile, un riconoscimento da parte degli scolari che l’educazione giova a sviluppare la loro vita e che non è una mera imposizione dall’esterno, la quale impedisce di giocare e richiede molte ore di immobilismo”

Bertrand Russell

Analizzando il pensiero di Russell possiamo comprendere che secondo lui tra l’alunno e il docente si dovrebbe instaurare un rapporto amichevole, ovvero un rapporto di rispetto e aiuto reciproco, disponibilità e comprensione, gentilezza e riconoscimento, quest’ultimo soprattutto da parte degli scolari che dovrebbero capire e comprendere che l’educazione e gli insegnamenti dati loro dai professori sono importanti, giovano alla loro vita attuale e futura e non sono solo un’inutile imposizione nonostante tolgano ore allo svago e al divertimento per darle allo studio e all’impegno.

Naturalmente non posso non essere d’accordo con Russell, è un pensiero corretto, ma non sempre è messo in pratica, sia dai docenti che dagli alunni. Non è facile trovarsi in sintonia con dei professori, parlo da alunna, ma penso che anche per molti di loro sia lo stesso. Spesso noi alunni li vediamo come “cattivi”, che ci fanno verifiche e interrogazioni a sorpresa, che ci mettono un due per cose secondo noi inutili, che ci danno troppi compiti per la settimana, o che ci fanno delle verifiche troppo difficili. Soffermandomi un attimo a pensare, sono arrivata alla conclusione che tutto ciò è veramente attuabile nella vita al dì fuori della scuola, ovvero: dalla vita non ci si può aspettare nulla, è tutta una sorpresa, non sappiamo cosa ci può succedere e non abbiamo nulla di certo. E chi non ha mai preso un due di picche da un/a ragazzo/a? Troppi compiti e verifiche difficili sono perfettamente paragonabili alla vita che penso che per nessuno sia facile perché una volta uscito dalla scuola, lì sì che ti devi rimboccare le maniche e svolgere molti più compiti per mantenere te e la tua famiglia. Quindi dovremmo cercare di capire i professori quando ci rimproverano o ci elogiano per qualcosa da noi fatto, prendere la scuola con più filosofia e riuscire a paragonare tutti i suoi aspetti, positivi e negativi che siano, nella nostra vita. Cordaro Giulia Giada

Secondo me con questa frase Russell voleva spiegare che tra l’insegnante e l’alunno c’è bisogno di fiducia, soprattutto quando il secondo non ha la fiducia necessaria per poter capire le buone intenzioni del docente.

Inoltre secondo me, l’allievo, magari nel tempo, dovrebbe capire che l’insegnante non ha e non vuole avere un ruolo dove impone dettando compiti ma quello di far conoscere al discente i doveri dell’uomo attraverso la conoscenza.

Sono completamente d’accordo con quello che ha voluto dire Russell perché comunque penso che il professore debba essere una figura rassicurante e diciamo anche un punto di riferimento, perciò con “rapporto amichevole” non si deve intendere il fatto di essere amici per raccontarsi faccende personali o intime perché questo tipo di amicizia la si può trovare nel cosiddetto gruppo chiamato “classe”.
Credo anche che piuttosto che amicizia ci debba essere, oltre alla fiducia, anche la complicità e il rispetto da entrambe le parti. ​Donato Martina

Concordo pienamente con il pensiero di Russell, un rapporto amichevole tra studente e professore può invogliare il ragazzo allo studio e alla partecipazione alle lezioni. Nonostante il rapporto amichevole bisogna mantenere i ruoli di professore e alunno. A mio parere avere un rapporto amichevole é molto utile, noto che quando conosco nuovi professori apprezzo molto di più quelli amichevoli che professori con atteggiamenti ostili e rigidi.

Purtroppo spesso i ragazzi vedono la scuola come un’imposizione dall’alto, ma la scuola é ciò che ci fa crescere, maturare, ci fa diventare ciò che poi saremo da grandi. Adesso potrà sembrare una noia andare a scuola e stare attenti a tutte le lezioni, ma spero che quando saremo grandi penseremo a questi anni come momenti formativi e utili alla vita. ​Cecilia Geninatti

Condivido l’idea di Russell sul fatto che fra insegnante e alunno ci vede essere un rapporto amichevole e che la scuola aiuta a sviluppare la loro vita in futuro.

Secondo me un professore amichevole è un insegnante che cerca di capire gli alunni, che ripete anche più volte se ce n’è bisogno, che non ha i suoi preferiti, che si impegna sempre per far capire meglio gli argomenti scolastici e che gli studenti possono fidarsi di lui e dire tutti i loro problemi. Se un professore regala i voti e ha i suoi alunni più bravi non è un professore amichevole, magari lo è solo per alcuni scolari ma penso che sia molto ingiusto verso gli altri.

Se io avessi un bel rapporto con un professore sarei molto felice e attenta alle sue lezioni e non vedrei l’ora di imparare qualcosa da lei/lui, anche la vita scolastica sarebbe migliore.

Ho avuto un compagno che aveva dei problemi con un professore e odiava le sue lezioni ed era sempre assente nelle sue ore, sembrava insoddisfatto dalla sua vita scolastica semplicemente perchéé aveva un brutto rapporto con un insegnante. Da ciò ho capito che è molto importante avere un insegnante socievole e comprensivo.

Non approvo l’idea che a scuola si dovrebbe venire volentieri; perché come succede nel mio paese, Corea del sud, i miei amici che studiano lì non vanno a scuola per avere più possibilità nella vita o perché vogliono imparare qualcosa, ma perché sono obbligati e non hanno scelta. La scuola l’inizia alle 7.50 e finisce alle 23 e i ragazzi del mio paese sembrano nati solo per studiare. Per loro la scuola non è un posto bello dove imparare cose che servono nella vita, ma è considerata come una gabbia. Vanno a scuola perché tutti ci vanno e se non hai la laurea ti considerano come un perdente e non si trova lavoro in futuro, andare all’università non è una scelta e da un “puoi andare” ormai è diventato un “devi andare”. Dopo tutto questo, per loro la scuola non può essere un posto piacevole.

Alla fine io penso che andare a scuola sia importante, come lo è avere dei buoni rapporti tra professori e alunni, ma la scuola non può essere sempre un posto piacevole dove impari nuove cose, perché è stancante stare diverse ore immobili sulle sedie e seguire numerose lezioni, una soluzione sarebbe pensare alla scuola come seconda casa e prenderla come un divertimento, non un obbligo. La scuola aiuta ognuno a costruire il proprio futuro. Dawon Kim

Ciò che Russell dice è sicuramente giustissimo, ma rimango dell’idea che sia quasi inattuabile. Questo è il modello di scuola così detto “ideale”: i professori stanno vicino agli studenti, li aiutano a comprendere la propria materia, a studiarla e anche ad amarla; gli studenti rispettano il ruolo che occupa il professore nella loro educazione, seguono regolarmente le lezioni, studiano e svolgono gli esercizi assegnati, “sacrificano” quelle ore che potrebbero passare a giocare o divertirsi in studio delle materie scolastiche. Tutto questo può funzionare se c’è collaborazione tra lo studente e l’insegnante.

Siccome in questo mondo nulla è perfetto, trovo estremamente difficile trovare lo studente modello o il professore bravissimo.

Se l’insegnante viene a scuola solo per avere lo stipendio e non per far “digerire” la propria materia a chi viene teoricamente per imparare, non può certo pretendere la luna. Insomma, se non ci mette passione non ottiene amore. Esistono anche casi in cui il professore si sforza al massimo per spiegare e presentare agli alunni il programma previsto, ma magari non è portato per l’insegnamento e quindi manca quel legame che dovrebbe formarsi tra i due.

Così come ci sono studenti non portati per lo studio, ma per non generalizzare, ci sono quelli che si impegnano ottenendo ottimi risultati, quelli che si impegnano ma non ottengono eccellenti risultati, quelli che non studiano ma vanno bene e per finire quelli che non studiano e ottengono qualcosa equivalente al nulla.

Un alunno dovrebbe prendersi le sue responsabilità e svolgere il suo dovere come può, nel migliore dei modi possibili. Ovviamente il ruolo del professore è fondamentale per la riuscita di ciò e la classe dovrebbe essere unita e collaboratrice. Delia M.

A mio parere la parola chiave di ciò che afferma Russell è Educazione. L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio quel che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra. Tutto ciò è magnifico, per questo motivo Russell ci invita ad avere un rapporto amichevole con il docente, perché per avere un rapporto rispettabile con un insegnante bisogna possedere una buona educazione e quest’ultima rende stimabile il maestro stesso. Ma vi sconsiglio vivamente di fingere d’esser ben educati, poiché l’educazione nasce da una spontaneità passiva del nostro essere che oscilla tra il giusto e l’abituale, ma la spontaneità a lungo andare diventa una posa difficile da mantenere. Quel che spero capiate voi giovani è niente meno di ciò che lo stesso Russell vi rammenta, ossia che l’educazione non è una mera imposizione dall’esterno, ma una virtù che giova a sviluppare la vostra vita. Siate educati, abbiate voglia d’imparare, lasciate che v’insegnino, siate sinceri con voi stessi ancor prima che con gli altri. Solo così potrete dir d’aver vissuto davvero e i vostri nomi si accosteranno all’eterno.​D.P.

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