Flash mob contro il femminicidio

foto di Giovanni Perotto 5E

articolo di Alessia Stock 5A

Martedì 30 Settembre in piazza Carlo Alberto, sotto una leggera pioggia, ha avuto luogo il flash mob in rosso contro il femminicidio.

L’iniziativa è partita dall’orchestra internazionale di bambini e ragazzi uniti per la pace ” Pequeñas huellas” insieme all’ambasciatrice per la pace Sabina Colonna Preti e in collaborazione con l’international Lions Club.

In mezzo alla piazza, al suono del tamburo di Esa Brata, un gruppo di donne in rosso correndo raggiunge i piedi della statua vestita anche lei del medesimo colore per l’occasione, tra loro Lucilla Galeazzi, che con la chitarra accompagna i brani “sono una donna” e “voglio una casa” cantati da lei e dalle ragazze dell’orchestra, mentre l’attrice Maria Rosaria Omaggio recita il testo da lei scritto “Le donne forti”. Intorno c’è un pubblico di una settantina di persone con accessori, abiti e ombrelli rossi.

Al termine della canzone le ragazze si disperdono e la serata continua al Circolo dei lettori in via Bogino con la conferenza da titolo “la cultura della violenza contro le donne”.

Qui si susseguono interventi dei rappresentanti del Lions Club alternati a brani eseguiti dei ragazzi dell’orchestra.

 

 

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COMUNICATO STAMPA

foto(1)Intenzione manifesta. Il disegno in tutte le sue forme

a cura di Beatrice Merz con Marianna Vecellio

11 ottobre 2014 – 25 gennaio 2015

L’autunno è per il Castello di Rivoli più che mai pieno di eventi e grandi mostre. Tra queste una delle più estese che il Museo abbia mai concepito, allestita insieme nell’ampio spazio della Manica Lunga e nelle sale al terzo piano della Residenza Sabauda. La rassegna, dal titolo Intenzione manifesta. Il disegno in tutte le sue forme, si concentra appunto sul disegno nelle sue varie declinazioni e attraverso i suoi molti linguaggi; dalla pratica quotidiana e di autocontrollo a elemento di analisi e di sfogo, da veicolo di comunicazione a urgenza espressiva. Il disegno, protagonista assoluto della mostra, propone inoltre una più ampia riflessione sui temi che nel tempo hanno portato al formarsi del concetto stesso di museo e di raccolta, analizzando il contesto del mezzo sia come prodromo dell’opera sia come opera stessa. La pratica del disegno, sovente nascosta o tenuta nell’ombra, è in realtà la base comune e condivisa di ogni pratica artistica, si tratti di schizzo, progetto oppure opera finita e densa di messaggi.

La grande rassegna al Castello di Rivoli si articola in diversi concetti e percorsi: il disegno come pratica progettuale; il disegno come pratica d’azione, dalla performance al video; il chiaroscuro, ovvero della raffigurazione; la traccia come paradosso, o dell’infinito; il diario, il racconto dell’essere artista; il disegno come pratica politica; la memoria attraverso la citazione; il paradosso della prassi; la scrittura del mondo.

Partendo da un nucleo di opere di artisti legati a vario titolo alla storia del Museo, vuoi perché ospitati in collezione oppure perché presentati in alcune delle più importanti rassegne che hanno caratterizzato i trent’anni di vita del castello, la ricerca si espande attraverso uno sguardo rivolto ad artisti che, in un vicino passato, si sono rivelati, tramite le proprie opere, determinanti per la formazione delle generazioni più recenti. Tra questi, solo per citarne alcuni, troviamo protagonisti della storia dell’arte quali Pablo Picasso, Joan Mirò, Paul Klee, George Grosz, Giacomo Balla, Giorgio Morandi, Osvaldo Licini e Renato Guttuso accanto a esponenti contemporanei di grande rilievo tra cui William Kentridge, Matt Mullican, Francis Alÿs, Hanne Darboven, Matthew Barney (in mostra con i suoi

Drawing Restraint) o Robin Rhode che, in occasione della rassegna, si avventurerà in una nuova performance disegnata. Nell’allestimento di Intenzione manifesta dialogheranno anche testimonianze scritte e opere ‘disegnate’, diari o notebook da Nan Goldin a Mario Merz, tracce di Giovanni Anselmo e Giulio Paolini, citazioni come memorie di Elisabetta Benassi, graffiti di Keith Haring e Mircea Cantor; opere sperimentali oltre il disegno da Luciano Fabro a Lara Favaretto, la denuncia di Shirin Neshat espressa attraverso la scrittura Farsi, storie di vita raccontate su costellazioni in parete da Nedko Solakov a Peter Friedl o i progetti per opere, realizzate o meno, di Chen Zhen oltre alle celebri esplosioni di Cai Guo-Quiang.

Questi sono soltanto alcuni degli oltre cinquanta artisti in mostra per dare un piccolo saggio immaginario e selezionato di un percorso intrecciato di segni, colori, fantasie, ricordi oltre al molto altro ancora di quel che potrebbe passare su un foglio di carta o su una parete, in un disegno a molteplici dimensioni.

Con questa mostra il Castello di Rivoli si confronta inoltre con la propria storia espositiva, affrontando un argomento mai approdato prima nelle sue sale. In occasione della rassegna Intenzione manifesta. Il disegno in tutte le sue forme sarà pubblicato un esaustivo catalogo per i tipi di Corraini Edizioni, Mantova.

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Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea: performance con l’artista Robin Rhode,

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prosegue il progetto “Ipazia-Galileo”

La 4E con Martin prosegue il percorso musicale fra stelle e percussioni…

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IL FUOCO E IL GELO – la guerra bianca

articolo di Gabrile Artusio, 5E

foto di Giovanni Perotto 5E

Sono ormai passati cento anni dallo scoppio del Primo conflitto mondiale, ma le sue conseguenze ed i suoi orrori non sono stati dimenticati, dalle kilometriche e logoranti linee di trincee tra Francia e Germania al fronte alpino tra il giovane regno d’Italia ed il secolare impero Asburgico.

I tristi eventi di quel triennio 15′-18′ saranno ricordati e rievocati -per così dire- nel corso di ciò che resta di quest’anno e del prossimo da vari enti ed associazioni di ambito culturale oltre che da altre iniziative di vario genere.

“Il Fuoco e il Gelo”, scritto da Enrico Camanni (alpinista, scrittore per la rivista L’alpe e direttore della rivista Turin), e presentato Giovedì 25 settembre al centro Emergency di Torino (Corso Vittorio Emanuele II,65), è uno dei tanti libri pubblicati quest’anno, in occasione del centenario della guerra 15′-18′, che si concentra in particolare sulla “Guerra Bianca”, cioè le tristemente famose campagne militari sulle Alpi orientali, linea di fronte tra Austria ed Italia: una raccolta di testimonianze (specialmente lettere e messaggi, recapitati alle famiglie dei soldati a tempo di record, tramite un servizio postale incredibilmente efficiente e funzionale, per essere in Italia…) dei soldati inviati al fronte, ragazzi inesperti e veterani consumati, settentrionali e meridionali, contadini ed operai, che documentano con incredibile realismo le condizioni in cui i soldati vivevano, combattevano e tentavano di sopravvivere…

Le campagne alpine unirono per la prima volta gli Italiani, uniti territorialmente da ormai cinquant’anni, ma ancora divisi come popolo vero e proprio (come spesso sosteneva Charles de Gaulle, spesso e volentieri, la guerra era ed è tuttora l’unico modo per unire popoli-mosaico come quello Italiano o quello Francese); e negli anni successivi al conflitto i soldati divennero martiri, i campi di battaglia altari della patria e luoghi di venerazione per le generazioni future.

Durante l’incontro, ci si è soffermati anche sull’impatto non solo politico e strategico che ebbe la Guerra Bianca, ma anche culturale e ambientale: la più alta guerra mai combattuta (alla quale può forse competere solo il conflitto Indo-Pakistano, svoltosi sui rilievi del Karakorum) modificò per sempre l’ambiente di quelle regioni, così come le vite degli abitanti di quei luoghi: le regioni alpine da estreme periferie si sono trasformate, diventando oltre che santuari ( grazie anche alla propaganda del ventennio fascista che strumentalizzò il sacrificio dei soldati ai propri fini) in località turistiche, e ne hanno cambiato per sempre la storia.

Un interessante possibilità di riscoprire e riflettere su eventi che, pur essendo ormai distanti, hanno contribuito a definire il mondo in cui viviamo oggi, a costo di numerose perdite di soldati, famiglie private dei loro figli, padri e fratelli per andare a combattere una “Guerra Bianca”.

 

Approfondimento a cura della Prof.ssa Paola Giorgis

L’iniziativa di cui all’articolo precedente e’ inserita nel ciclo di incontri “Parole di Pace” che si svolgono presso l’Infopont di Emergency di Torino

http://www.emergency.2you.it/index.php?m=infopoint

Si tratta di un programma di incontri aperto a tutti per un confronto diretto con persone che hanno pensato, scritto e vissuto esperienze di guerra, di resistenza, migrazione, e per l’affermazione di diritti e legalità. Raccontate ogni volta con parole diverse, parole di pace.

Attraverso “Parole di Pace” si desidera costruire un’occasione per conoscere, riflettere e confontarsi su tematiche legate all’educazione alla pace e alla solidarieta’, e all’attuazione dei diritti umani, valori richiamati nello statuto stesso dell’associazione Emergency ONG ONLUS

http://www.emergency.it/index.html

Tra i vari autori interventuti ricordiamo qui Marco Revelli (nuove poverta’ e diritti negati), Chiara Saraceno (diritti e welfare), Green Brand e PAT (architettura sostenibile e solidale), Fabio Geda (pace e migrazioni), Francesco Olivieri (suicidi per la crisi), Patrizia Varetto e le Bloomers (volontariato come esperienza di vita), Erico Camanni (Guerra Bianca nel Primo conflitto mondiale).

 

Per info su attivita’ e iniziative del Gruppo Emergency di Torino, vi invitiamo a visitare il sito di Emergency Piemonte:

http://www.emergency.2you.it/index.php?m=home

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Progetto Ipazia-Galilei della 4E a cura dei docenti Actis, Basso e Testa

Ipazia e Galileo
un discorso sonoro intorno al nostro rapporto con il cielo

spettacolo a cura di Martin Mayes e Eilis Cranitch
con la partecipazione degli studenti della 4ªE Liceo Passoni, Torino

Da 14 anni il Festival EstOvest offre una crocevia di esperienze musicali distinte di musiche tradizionali e antiche nel contesto della musica creativa di oggi. EstOvest si contraddistingue dagli altri Festival Torinesi per un progetto di “educazione all’ascolto” con un “musician in residence” in collaborazione tra l’artista e musicista Martin Mayes e, quest’anno, il Liceo Artistico Passoni dove gli studenti diventeranno protagonisti alla pari con gli altri artisti internazionali presentati dal Festival.

Con la classe 4ªE della sede di Via Cittadella del Passoni, si creerà lo spettacolo musicale “Ipazia e Galileo – un discorso sonoro intorno al nostro rapporto con il cielo”, progetto che prevede un lavoro sull’interfaccia tra parola e suono, sulla narrazione tramite i suoni e su cosa raccontano i suoni.

“Ipazia e Galileo – un discorso sonoro intorno al nostro rapporto con il cielo” farà parte del Festival EstOvest 2014 partner del cartellone “Nuovissima – 57 giorni di musica nuova” gestito da Xenia Ensemble, Rive Gauche Concerti, Fiarì Ensemble e Antidogma Musica.

Il progetto si svolgerà dal 26 settembre 2014 al 6 dicembre 2014. Ci saranno 10 incontri che si articoleranno come laboratori condotti dai musicisti Martin Mayes e Eilis Cranitch con gli studenti del Liceo Passoni con scadenza settimanale. Ci sarà la prima prova generale il 4 dicembre al Liceo Passoni seguito il 5 dicembre alle ore 11.00 , sempre al Passoni, da una prima replica/laboratorio aperto per la scuola che farà parte di “Educazione all’ascolto” del festival Estovest.
Lo spettacolo verrà presentato il 6 dicembre alle ore 21.00 al General Store della Scuola Holden in Piazza Borgo Dora 49, Torino preceduto da una seconda prova generale nel pomeriggio stesso.

La premessa del progetto è l’integrazione di un progetto artistico e musicale con un percorso didattico in classe. Per il Liceo Passoni, i docenti che seguiranno “Ipazia e Galileo” saranno Mariangela Actis, Roberta Testa e Marco Basso. In seguito ad un paio di incontri nella primavera del 2014 si è constata che l’idea della proposta di un progetto musicale imperniate sulle figure di Ipazia di Alessandria e Galileo Galilei poteva essere pertinente al programma di studio previsto dai docenti per le loro classi per l’anno scolastico 2014-2015.

Ci sarà anche una collaborazione con la Scuola Holden (Storytelling & Performing Arts). La Scuola Holden offre “gettoni” come esperienze con progetti esterni e quest’anno si offrirà un “gettone” per 2 o 3 studenti della Scuola Holden di partecipare come Tutor a 2 incontri di “Ipazia e Galileo” dove gli studenti della Scuola Holden condivideranno le loro competenze narrative nel costruire l’aspetto affabulante dello spettacolo. Le date esatte sono ancora da confermare, ma si prevede questi due momenti di “gettoni” all’incirca a cavallo tra fine ottobre e inizio novembre.

L’orario dei laboratori sarà di venerdì mattina, con un ora di compresenza completata da una mezz’ora in alternanza offerta dai 2 docenti per permettere un laboratorio di un’ora e mezza ogni settimana. Per le prove generali del 4 e 6 dicembre si prevedono circa 3 ore per prova. Per gli spettacoli del 5 e 6 dicembre si prevedono circa 2 ore per ogni spettacolo.
Perciò il totale monta ore dovrebbe essere di 15 ore di laboratori, 6 ore di prove e 4 ore di spettacolo.

Martin Mayes
22 settembre 2014

presentazione stampata nel programma del Festival
Ipazia e Galileo
Fin dalle sue origini, l’essere umano ha cercato di leggere le stelle per capire chi è e qual è la sua origine; stiamo vivendo un momento dove la ‘lettura’ delle stelle e dell’universo cambia di giorno in giorno, ma rimane come dato di fatto che “siamo nati dalle stelle”, come ci conferma la scienza contemporanea.
L’idea principale del progetto parte da un discorso immaginario tra Ipazia di Alessandria (circa 370 – 415 d.C.), ricordata per le sue ricerche sul sole (simbolo maschile), e Galileo Galilei (1564 – 1642), ricordato per le sue ricerche sulla luna (simbolo femminile). Inoltre, dal tema generale del festival, ‘la pelle’, emerge la figura dello sciamano che, con il suo tamburo, ci mette in contatto con il cielo; in tutte le culture il tamburo è importante come oggetto da toccare e dipingere quanto una sorgente delle vibrazioni: “tutto nell’universo vibra, è in moto e ha un ritmo” ci dice Mickey Hart del Grateful Dead).
Commissionato per il Festival EstOvest 2014, il progetto verrá realizzato da Martin Mayes e Eilis Cranitch con la classe 4ªE del Liceo Artistico ‘Passoni’ di Torino su musiche originali di Martin Mayes; il lavoro sarà svolto sulla creatività musicale, sulla scenografia e sull’azione scenica in un percorso su più livelli: quello sonoro e musicale, quello dell’immaginazione e delle apparenze nonché l’integrazione del lavoro artistico nel percorso didattico.

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Jimmy Rivoltella al Mouv’

testo introduttivo di Alessia Stock 4A
foto di Giovanni Perotto 5E
intervista a cura di Alice Doyle 5E
 

http://www.jimmyrivoltella.com/

Il 16 settembre alle 18.30, presso lo Spazio Mouv’ di via Silvio Pellico 3 in San Salvario, si è inaugurata la mostra di Jimmy Rivoltella. Insieme a visitatori abitudinari e passanti curiosi, noi allievi di 5f e 4a ci siamo ritrovati a passeggiare per i locali, ammirando le particolari opere esposte. Lo Spazio Mouv’ è un bistrò artistico che si autodefinisce “intermediario tra cibo e civiltà”. Nelle sue salette organizza eventi, invitando musicisti, attori e artisti, offrendo al tempo stesso una cucina originale con prodotti locali. “Connessioni creative” recita il motto… in ogni caso non restiamo delusi.

DOMANDA: “Chi è Jimmy Rivoltella?”

Jimmy Rivoltella non è nessuno, puoi essere tu, può essere il tuo compagno di classe, può essere chiunque. Può avere un volto come può non averlo, questo perchè… (ascolta l’intervista)

 

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cartoline a cura di Andrea U. ex allievo

Bangkok

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cartoline da Londra a cura di Giada Scarcelli e Aurora Giorlando 4E

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cartoline da Londra a cura di Ilaria Pichelan 4E

Londra

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