il laboratorio musica e colore svolto dalla 1H alla GAM il 15 gennaio con la prof.ssa Bicego e la prof.ssa Marazza.

VIAGGIO NELL’IMPRESSIONISMO

La visita alla GAM, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino che ha ospitato una sessantina di capolavori provenienti dal Musée d’Orsay e dal Musée de l’Orangerie,ci ha permesso di compiere un “viaggio” attraverso le opere di Renoir che è uno dei promotori dell’Impressionismo francese.
Attraverso sessanta capolavori il percorso mette a fuoco l’esperienza dell’artista, partendo dagli inizi all’interno del gruppo impressionista, fino agli anni più maturi, quando acquisì un proprio personale linguaggio estetico, figurativo ed un caratteristico ambito di ricerca pittorica.
La mostra su Renoir era strutturata per mettere in evidenza la crescita artistica, in effetti, osservando la sequenza delle opere, l’evoluzione artistica di Renoir si fa chiara ed appare legata alla sua vita, prima come pittore bohémien, poi come padre di famiglia dedito in toto alla casa, alla moglie e ai figli.
Il percorso della mostra è distinto in quattro grandi periodi: gli inizi, rappresentati da alcune opere che ritraggono gli amici all’opera come Frédéric Bazille al cavalletto, in tale contesto, si trova anche l’opera dello stesso Bazille: Studio di rue de la Condamine, in cui viene anche raffigurato il pittore Renoir ed il quadro ci mostra com’era organizzato un atelier di pittura in quel periodo, che accoglieva anche i compagni pittori, favorendo un clima di reciproco scambio intellettuale.
Lo studio della luce prosegue nel secondo periodo, quello dei lunghi viaggi in Italia e soprattutto in Algeria nel 1880: La Moschea o festa araba, è un insieme di colori come ocra, terra di Siena bruciata, bianco e turchese, stesi sulla tela con tocchi veloci, al fine di suggerire l’idea di una moltitudine di persone che ballano.
Il terzo grande gruppo è quello famigliare, quando la convivenza con Aline gli diede il primo figlio, Pierre (seguiranno poi Jean e Claude). Qui, il pittore riscopre il mondo dell’infanzia dipingendo moltissimi ritratti dei propri figli ma anche dell’amata compagna, spesso intenta ad allattare o a prendersi cura di loro. Infatti Renoir fu essenzialmente un pittore della donna e dei bambini, la semplicità della maternità ambientata in un paesaggio di campagna, rappresenta la perfetta armonia in cui convivono l’uomo e la Natura. Amava ritrarre la vita prediligendone il lato felice ed appassionato. E tale trasporto non si limita solo ai grandi quadri di feste e incontri galanti (L’altalena, Alphonsine Fournaise, Danza in campagna, Danza in città) ma ritorna, schietto e autentico, anche nelle nature morte.
Per concludere: Fanciulle al piano è forse l’opera che, all’interno della mostra, più di tutte incarna il “cambio di rotta” di Renoir, nell’ultima fase della sua vita. Egli abbandona lo sfumato per un disegno più puro e definito, ben calibrato sugli equilibri fra linee diagonali e sul colore che qui si fa terso, tutto giocato fra contrasti di tonalità calde e fredde.
La sensazione che si prova, percorrendo le sale della GAM, è quella di aver fatto la conoscenza di un pittore sincero e semplice che amava ritrarre la vita prediligendone il lato felice ed appassionato. Visitando la mostra e guardando le sue opere, Renoir ci ha mostrato gli elementi chiave della sua pittura: rappresentare la bellezza, sorprendere con luce e colore, ritrarre la vita della propria epoca con un delicato realismo, ne fanno ancora oggi uno dei pittori più amati dal pubblico.
La mostra di Torino vuole essere un omaggio alla sua arte e un’occasione irripetibile per ripercorrerne la vicenda artistica e umana, e permette di ammirare opere straordinarie, la maggior parte delle quali mai esposte in Italia.

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