GODZILLA

recensione di Gabriele Artusio 4E

Dieci anni dopo l’ultimo film canonico ( Godzilla: Final wars, inedito in Italia) il sauro atomico torna a ruggire per la trentesima volta, nel secondo remake Hollywoodiano, firmato questa volta da Gareth Edwards: tocca alla Warner Bros. ed alla Legendary Pictures prendere il ruolo della Toho come distributrice della celebre serie, che compie quest’anno 60 anni: Godzilla è il reboot del franchise nipponico e potrebbe diventare il capostipite di un nuovo ciclo nell’era 2.0

QUANTI RICORDI…

Era il 1954 quando il regista giapponese Ishiro Honda (padre dei “Kaiju-Eiga“, i monster-movie del Sol Levante) girava il primo dei 30 film (28 giapponesi e 2 remake americani) con protagonista il popolare lucertolone dall’alito atomico (all’epoca ancora disegnato direttamente su pellicola, poichè gli effetti speciali muovevano ancora i loro primi passi): film horror fantascientifico e feroce critica nei confronti dell’atomica (la Tokyo in fiamme venne costruita con modellini e numerosi Stock-footage di Hiroshima e Nagasaki, che allora erano storia recente), ricevette elogi in tutto il mondo inaugurando di fatto un nuovo genere: nei 50 anni successivi seguirono ben 27 seguiti, più il disastroso remake americano del 1998, firmato Roland Emmerich ( 2012, Indipendence day, ecc..) e numerosi altri film di mostri (Mothra e Rodan, per citarne un paio) che andarono a convergere man mano, in numerosi cross-over nella serie di Godzilla, vera spina dorsale del genere: alternandosi tra il geniale ed il trash, tra la critica ed i combattimenti tra i titanici mostri, Godzilla ha lasciato nella cultura giapponese e mondiale, un impronta indelebile, della quale il nuovo film dovrà mostrarsi all’altezza…

LA TRAMA

“L’arroganza dell’uomo e pensare che la natura sia sotto il suo controllo… e non l’esatto contrario” Dr.Ichiro Serizawa

Due kaiju apparsi dalle profondità, chiamati M.U.T.O (massive unidentified terrestrial organism), golosi di radiazioni iniziano a seminare -prima di nascosto, poi sotto gli occhi di tutti- terrore e distruzione, nella loro ricerca di cibo e un luogo dove procreare: il governo Americano dopo aver tentato -inutilmente- di tenere il mondo all’oscuro, decide di passare all’azione, cioè all’atomica (Wow, che fantasia…), ma un terzo incomodo sta arrivando, ed è decisamente più complicato: non è solo un rettile un po’ troppo cresciuto, ma una divinità vera e propria: per l’umanità Godzilla potrebbe essere una minaccia, ma anche una salvezza…

GRAND STYLE RETURN

Il mondo del cinema è ormai entrato nell’era 2.0, e gli effetti speciali nella fantascienza la fanno da padrona: per 50 anni Godzilla è sempre stato interpretato da attori nella celebre (e scomoda) tuta gommata, e per gli effetti speciali è stata una sfida cercare di fondere le aspettative del pubblico moderno con la tradizionale immagine del “Gojira Toho”: l’aspetto è rimasto sostanzialmente uguale, con un’unica grande differenza di fondo: nei film giapponesi veniva chiaramente detto che le mutazioni di Gojira, erano dovute agli esperimenti atomici americani ( questi dal canto loro, nel film del ’98, scaricarono la colpa sui francesi- chi sarà il prossimo?-): qui Gojira, è da sempre esistito in formato maxi ( con tanto di raggio atomico….che qui sembra più una fiammata di gas metano che il classico colpo) sin dall’epoca Paleozoica, e non sono serviti innumerevoli lanci di bombe atomiche a farlo fuori (evidentemente qualcosa é andato storto…); il mondo ha perciò deciso di tenerlo nascosto, ma di monitorarlo costantemente: fisicamente risulta invece identico al primo Godzilla (solamente più robusto, meno umanoide e meno pupazzoso) e come nei film degli anni ’70, Gojira si ritrova, anche se involontariamente, a fare il ruolo di salvatore dell’umanità corrota e infame (sempre meglio degli “istinti materni” del Godzilla di Emmerich…)

GLI UMANI

Come in ogni monster-movie, ci sono anche protagonsti umani, con le loro storie, le loro battaglie,le loro cose varie, ecc… ma dalla platea si leva il celebre boato:

CHI SE NE FREGA! vogliamo i mostri, vogliamo il sangue, vogliamo viuuulenza gratuita!

Ed effettivamente, gli attori non fanno scintille in questo reboot, a partire dal giovane protagonista, Aaron-Taylor Johnson, le cui vicende sono perlopiù di sfondo nel film (e non partecipano in modo attivo e determinante alla trama, se non il disattivare una bomba atomica) , stessa storia per la consorte, interpretata da Elizabeth Olsen. Migliore è invece l’interpretazione di CJ Adams, nel ruolo del padre di Brody, distrutto dalla perdita della moglie in un incidente nucleare in cui sono implicati i Kaiju. Ken Watanabe (L’ultimo Samurai) e la cava discretamente nel ruolo del dottor Serizawa (nell’originale del 1954, scienziato scopritore di Godzilla e creatore dell’arma finale: il “distruttore d’ossigeno“) uomo che più di tutti sembra rendersi conto di cosa sia davvero Gojira.

RICREARE IL MITO

Dopo il flop pauroso del remake di Emmerich, nessun regista Holywoodiano si sarebbe mai sognato di ricreare Godzilla; ma con l’uscita del Pacific Rim di Guillermo del Toro l’anno scorso, i Kaiju sono ritornati in auge e la tecnologia ha dimostrato che i tempi per il ritorno del mostro radioattivo erano ormai maturi: girato tra il Canada, il Giappone e le Hawaii, il film ( per il quale molti prevedevano un disastro) è riuscito a ricreare in modo intelligente e divertente i due grandi temi di Godzilla: la critica al nucleare e i combattimenti tra i Kaiju: i tempi in cui questi ultimi erano creati da attori in pesanti e spesso ridicoli costumi, sono ormai un ricordo: il combattimento tra Godzilla – che possiamo notare nelle prime scene del film, come poster cinematografico anni ’60 nella cameretta del piccolo Brody- e i due mostri in una San Francisco distrutta ( piuttosto grigia e cupa, senza le sfavillanti luci di Tokyo ne l’interminabile diluvio di New York, sempre nel film del 1998) che rievoca in qualche modo l’ultimo film canonico, sarà difficilmente superabile in qualità.

L’altro grande tema, viene invece attualizzato e riportato agli occhi dello spettatore, cosa che rende Godzilla non solo un monster-movie ma anche un film ecologista: se nel classico di sessant’anni fa il mare di fiamme della capitale dell’est rievocava Hiroshima e Nagasaki, nel nuovo film, sin dall’inizio si sente l’eco del recente disastro di Fukushima ( qui ambientato nel 1999, quindici anni prima del film) con tutte le sue disastrose conseguenze: che sia per errori umani o catastrofi naturali, il nucleare può portare a conseguenze molto serie, e se lumanità non si sforzerà di trovare un modo più sicuro per utilizzarla, dovrà fare i conti con i risultati, ma non significa che l’umanità sia condannata, anzi, il film comunica il contrario nel finale a sorpresa…

I film di Godzilla hanno sempre ricevuto critiche miste, passando da film di culto a film spazzatura: ma questo nuovo Gojira merita assolutamente: piacerà ai fan dei monster-movie, i puristi di Godzilla potrebbero storcere un po’ il naso ( in Giappone sarà la Toho e non la Warner a distribuire il film, e non mancano le critiche…) ma il film è appena uscito ed ha ancora molto da dire…

IL FUTURO: MONSTER-ISLAND O GIPSY DANGER?

Il finale lascia ovviamente aperto un sequel, che dovrebbe presto entrare in pre-produzione: a tal proposito la Warner ha suggerito due possibilità: la prima detta “Monster-Island option“, basandosi sul settimo film di Godzilla ( gli eredi di King Kong), produrrà uno o due sequerl dove le azioni si svolgeranno su un “isola-riserva” creata apposta per i Kaiju ( non è da escludere per un immediato futuro dei remake di Rodan o Gamera); la seconda opzione prevede invece un cross-over col già citato Pacific Rim, dove lo Jaeger Gipsy Danger ( probabilmente assieme a MechaGodzilla) darà battaglia al sauro atomico! Il futuro di Godzilla deve essere ancora stabilito ma state pur certi che si sentirà ancora il suo ruggito…

 

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