25 novembre 2022 giornata Contro la Violenza sulle Donne a cura della Prof. Pontet

Si parla di prevenzione in ambito salutistico e per la sicurezza personale ma non esiste una pianificazione legislativa sulla prevenzione della violenza sulle donne. La violenza fisica e psicologica sulle donne, vittime di abusi non solo sessuali, viene raccontata dalla testate giornaliste di cronaca come forma di denuncia fine a se stessa. Anche l’agenda 2030 nei suoi diciassette emendamenti non prevede una citazione tematica risolutiva di questo dramma sociale. La casistica di “delitto di genere” e la statistica che ne monitora la crescita fenomenologica non riescono ad arginare e correggere la direzione di questa deriva sociale. Quando la prepotenza maschile diventa violenza fisica ad essere colpite sono principalmente le donne che si arrendono ai loro killer.
La malvagità criminale di un aguzzino si accanisce sulle donne lasciate sole che diventano incapaci di reagire. Questa pratica di violenza dell’uomo sulla donna sembra irrefrenabile ma quello che più sorprende e la mancanza di solidarietà tra donne che spesso si concretizza in un comportamento indifferente con la vittima per non dire solidale con le motivazioni del carnefice per la loro presunzione di credersi invulnerabili. Promotrici di presunta superiorità e pregiudizio diventano loro stesse esseri giudicanti, crudeli e coercitive.
Senza l’ausilio deicentri preposti che assistono le persone che cercano aiuto le stesse donne si trovano sole e allontanate da altre donne complici di uomini che nel nome del possesso maschilista massacrano la propria famiglia.
La Magistratura ancora oggi definisce molti femminicidi un “raptus” incontrollato di uomini assassini, la riprova che manca l’intenzionalità a cambiare lo stato dei fatti; un delitto è un crimine.
L’ ultima sentenza di delitto d’onore in Italia da parte di Gaetano Furnari a discapito di Franca Viola risale al 1965 ma da allora ad oggi i soprusi di uomini facoltosi su giovani donne minorenni non sono diminuiti e sono aumentati quelli tra coetanei. Non esiste giustificazione alcuna alla violenza che si riversa su vittime innocenti. Da pochi giorni Torino Città Metropolitana ha inaugurato un centro di accoglienza psicologica che si occupa dei figli di madri morte per mano dei loro padri assassini in carcere, un primo passo verso un cambiamento culturale urgente e necessario. 
m.p
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